Farsi il vino in casa: tutti i trucchi e consigli per non sbagliare

di geier.it
vino fatto in casa

E’ così difficile farsi il vino in casa? Sicuramente il procedimento non è breve e richiede continue attenzioni, ma non si tratta certo di una “mission impossible”. Vediamo come fare e soprattutto come non sbagliare.

Come farsi il vino in casa? Partiamo dai fondamentali

Scegliere l’uva da vinificare è il primo passo. Trova il vitigno che vuoi trasformare in vino ed esaminalo attentamente. Non avere paura di gettare i grappoli o gli acini ammuffiti: non selezionare accuratamente l’uva da trattare dopo la vendemmia può rovinare irrimediabilmente il risultato dell’intero processo di vinificazione. Una volta selezionata e pulita l’uva, arriva il momento della pigiatura, ovvero il procedimento che rompe gli acini e fa uscire il succo. Dopo aver levato i raspi dei grappoli il succo ottenuto, bucce incluse, va raccolto in un contenitore capiente.

Cos’è la fermentazione e come avviene?

A questo punto è arrivato il momento di avviare la fermentazione. Un vino, va detto subito, può iniziare a fermentare da solo ma se non vuoi complicarti la vita è bene fornirgli la giusta “scintilla” per avviare il processo, ovvero i lieviti selezionati. Per conoscere quale tipologia di lievito utilizzare Internet è una vera e propria miniera di produttori e tabelle da consultare. Una volta aggiunti i lieviti al succo è bene integrare con delle sostanze azotate. La fermentazione durerà all’incirca un paio di settimane e terminerà quando il lievito avrà consumato tutti gli zuccheri presenti nel succo trasformandoli in alcol. Il processo di fermentazione è influenzato dalla temperatura del luogo: più fa caldo, più i lieviti “mangeranno” con appetito. E’ fondamentale ricordare di rompere il cappello di bucce che si forma sulla superficie del succo due volte al giorno in modo da non interrompere l’ossigenazione del mosto.

Come utilizzare la pressa e come chiarificare il vino?

Dopo aver inserito il fermentato nella pressa ricorda di non esagerare. La pressatura deve essere morbida e le bucce non vanno strizzate in modo estremo, altrimenti il rischio è di ottenere un vino troppo amaro ed esageratamente tannico ed astringente. Dopo la pressatura il vino va trasferito in una grande damigiana in vetro: ciò ti permetterà di chiarificare il liquido e prepararlo all’imbottigliamento. Per ottenere un vino cristallino e privo di impurità, esso va travasato più volte nelle damigiane: in questo modo sarà possibile rimuovere agevolmente il sedimento che si deposita sul fondo. Per stoppare sul nascere inacidimenti o rifermentazioni puoi aggiungere – senza esagerare - delle tavolette di bisolfito.

Quando imbottigliare il vino e quanto aspettare prima di degustarlo?

Una volta che la “prova assaggio” sarà superata è arrivato finalmente il momento di imbottigliare. Ricorda di utilizzare bottiglie pulitissime e di optare per tappi in silicone o truciolato. Una volta terminate le operazioni di imbottigliamento, lascia il tuo vino a riposo in un luogo buio e fresco per qualche mese prima di stappare.

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